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Milano, meroledì 23 Maggio - E’ stato presentato a Milano al Cafè Rouge del Teatro Franco Parenti il  libro “Comunicare da Leader”, un grande successo giunto in pochi mesi dal lancio alla prima ristampa.

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Nell’epoca dell’avvento dei social media e del declino dei canali tradizionali di comunicazione, saper comunicare in maniera efficace è un’abilita che bisogna sviluppare e migliorare. Perché è la buona comunicazione il fattore chiave di successo di qualsiasi attività. Come comunicare dunque? Come porsi in pubblico e come creare sui social media un’immagine efficace di sé? Nasce così “Comunicare da leader”, scritto da Maria Elena Capitanio e Andrea Di Cicco, che verrà presentato a Roma il 26 marzo alle ore 18 all'Ara Pacis. Insieme agli autori, interverranno:

- francesco giorgino, caporedattore centrale della redazione Interni (TG1)

- maurizio gasparri, politico (FI)

- emilio carelli, politico (M5S)

- walter verini, politico (PD)

- isabella rauti (FdI)

 

Il libro non è rivolto solo a chi voglia cimentarsi con la politica o sia già un politico navigato, ma è stato pensato per quanti desiderino puntare sulla leadership in qualsiasi settore: manager, capitani d’industria, piccoli imprenditori ricchi di ambizioni, ma anche donne stufe di accontentarsi di posti di lavoro mediocri o sottopagati e decise a ritagliarsi uno spazio migliore nel mondo”, scrivono Capitanio e Di Cicco.

Ed è per questo motivo che “Comunicare da leader” contiene i ritratti di numerosi personaggi di ieri e di oggi, politici e non, conosciuti a livello internazionale. Le loro vite sono da esempio per chiunque voglia migliorare la propria comunicazione e attraverso i loro modelli si possono comprendere le caratteristiche principali, i pregi e i difetti che decretato il successo. Dal trio Fedez, Ferragni e Rovazzi alle Brigate Rosse e all’Isis, dal premier francese Emmanuel Macron all’ex presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi, dal confronto tra Clinton e Trump e tra Elisabetta II del Regno d’Inghilterra e Angela Merkel: sono questi alcuni dei tanti nomi, dei modelli di comunicazione del passato e del presente, a cui si sono dedicati gli autori.

Inutile focalizzarsi troppo a lungo sulla stasi del presente, meglio domandarsi quale possa essere il leader del futuro.

Forse le sue competenze personali non saranno più legate all’ego, ma alla passione per le proprie idee. Avrà sì fiducia in se stesso, ma il suo ego non crescerà per un auto-intervento fittizio, bensì come conseguenza di esperienze vissute. Sarà un leader-capo che contribuirà concretamente, che si spenderà in prima persona, che farà autocritica, che si saprà mettere da parte se necessario.

Attraverso il progresso tecnologico, le macchine prenderanno il posto di molti essere umani in numerose aziende e chi resterà dentro dovrà essere molto probabilmente guidato non più da “capetti”, ma da “leader emotivamente attivati”. Sarà l’emozione il link tra il vertice e i sottoposti, che si dovranno sentire sicuri nello spirito.

Per capire il potere dell’emozione, facciamo un esempio: vi ricordate cosa è successo allo stadio durante l’ultima partita di Francesco Totti nel maggio del 2017? Erano tutti in lacrime, non solo sugli spalti, ma anche a casa davanti alla tv e non solo i tifosi romanisti, ma l’intera nazione, il popolo in massa. Panem et circenses (pane e giochi circensi) dicevano nell’antica Roma per descrivere le aspirazioni sia della plebe sia della piccola borghesia, in quanto il gesto atletico permette a chi lo guarda di viverlo in parte e di sentirsi partecipe, addirittura attivando la muscolatura pur non muovendosi (lo dice la neurobiologia).

E allora il futuro come sarà? Forse al posto di Totti ci sarà un ricercatore che ha scoperto la cura definitiva del cancro. Questo per dire che le emozioni saranno sempre di più il perno su cui far leva per “influenzare”. La capacità di influenzare è stata già adesso valutata come più importante del potere economico e lo sarà via via in modo crescente. Di cosa avrà bisogno la gente per farsi trascinare? Della possibilità di crescita personale e di uno spiraglio verso un futuro migliore che la faccia sentire parte di un progetto al quale tutti possono partecipare.

Un aspetto importante della comunicazione è l’ascolto.

Piazzo un attimo una bomba, non so se tutti sarete d’accordo.

Una persona ti sta veramente ascoltando, ma veramente ascoltando, solo se è pronta al cambiamento. Nel momento in cui ascolti qualcuno sei pronto a ricevere le sue informazioni e a farle diventare parte di te. Queste informazioni avranno un impatto sulla tua persona, sul tuo modo di vedere il mondo e ti cambieranno.

Anche il più piccolo cambiamento sarà uno shift epocale nel tuo essere umano. Più sei pronto al cambiamento e più riuscirai ad ascoltare gli altri. Più ascolterai cosa hanno da dire gli altri e più sarai portato al cambiamento.
Questo cambiamento potrà diventare la tua evoluzione. Ogni momento di ascolto, ogni momento di cambiamento sarà un momento di crescita.

Oggi siamo tutti troppo impegnati a rimanere barricati nelle nostre idee. La tecnologia, i media ci dicono che quello che pensiamo è già giusto e andrebbe semmai rinforzato. Siamo sempre più chiusi in noi stessi, nei nostri ideali, nel nostro “gruppo di appartenenza”

Se invece per un attimo accendessimo l’interruttore e ci rendessimo pronti al cambiamento cosa succederebbe?
Forse cominceremmo ad ascoltare.

I suoni della città, della natura, quello che ha da dire chi ci sta intorno e chi di solito non ascoltiamo per partito preso, tipo non lo so, tua madre o tuo fratello.

E a forza di ascoltare e di cambiare, magari in mezzo a questo grande pagliaio di informazioni troveremo l’ago che ci cambierà la vita.

Ho chiesto a Matteo, il figlio di un mio cliente, di scrivere un piccolo articolo sulla tecnologia di oggi mentre il padre era impegnato a lezione con me. Ho voluto lasciarlo così come lo ha scritto.

Le tecnologia di oggi

Ai miei compagni di classe piace giocare con il telefono ma io non la penso così. Mi piace giocare giù all’ aria aperta e quando piove gioco con l’ howerboard e chiacchierare con papà.

Quando dormo papà mi legge le favolette della buona notte e quando ha finito la mia mente si concentra a cose pazzesche. Ma a differenza di questa descrizione altri preferiscono continuare a vedere i video e a giocare ai videogiochi, quindi a isolarsi dal mondo, però se usassimo equilibratamente il telefono non sarebbe più un problema, così ritorneremo a vivere felicemente come a gli antichi tempi di mio papà. Adesso però parleremo dell’ applicazione dei messaggi pure in questo caso lo usiamo troppe volte, infatti ci provocano distrazioni che ci fanno fare brutti incidenti stradali, o ci fanno cadere nei tombini. Purtroppo anche con i videogiochi succede questo, potresti sbattere davanti a un palo o ancora peggio essere investiti da una macchina o investire qualcuno perciò è meglio giocare come nella descrizione di prima invece di rischiare simili incidenti.

Anche se non so che cosa si faccia su facebook papà me lo ha già descritto e mi ha detto che è un applicazione che funziona come whatsapp e sono sicuro che non è così brutto infatti per me queste cose si dovrebbero fare quando ti manca qualcuno o quando vorresti parlare con un tuo amico anche se sarebbe molto più facile chiamarlo al telefono. Prima nei vecchi, vecchi tempi di mio padre ci erano i telefoni fissi invece adesso invece ci sono i telefoni portatili e sembra di parlare a dei fantasmi. Ma anche se ho fatto apparire come dei mostri i telefoni ci si può giocare avolte.

Di Matteo 9 anni